Studi

Una gita al PARC

by Alexander Rentsch - via Flickr CC BY-NC-ND 2.0
by Alexander Rentsch – via Flickr CC BY-NC-ND 2.0

Cosa bolle in pentola al PARC (ex Xerox PARC), uno dei centri di ricerca tecnologica più famosi (e più sfortunati, commercialmente parlando) del mondo?

Tra i progetti in collaborazione con grandi aziende od organizzazioni statali ne segnalo due.

Per conto della Sony al PARC si conduce uno studio etnografico per capire le nuove modalità di interazione e condivisione della generazione “always on”. Studiando – attraverso dei video – gruppi di persone (famigliari e/o amici) che interagiscono di persona o attraverso i vari devices oggi disponibili si è arrivati ad individuare un fenomeno chiamato “channel blending” (to blend: fondere, mescolare) ovvero

l’integrazione delle interazioni e dei contenuti tra molteplici dispositivi e canali di comunicazione in un’unica conversazione coerente.

Si potrebbe vedere questo fenomeno come parte del più ampio insieme del multitasking ma i ricercatori lo considerano all’opposto, in quanto “ricompone” l’attenzione partendo da stimoli frammentati e distribuiti.

In questo contesto emergono alcune considerazioni:

  • la sfida è quella di mantenere uno spazio comune (sia pure composito) per le interazioni del gruppo
  • la condivisione non è un evento unico per lo stesso contenuto: si possono avere più condivisioni in diversi momenti, su diversi canali indirizzati a diversi gruppi.
  • spesso si considera l’individuo come solo nello spazio con un singolo dispositivo. Ma in generale uno scenario più comune è quello di un gruppo di persone riunite in un unico luogo fisico che interagiscono tra di loro e, mediante più dispositivi con altri gruppi distanti. In questo contesto spesso un individuo assurge al ruolo di “pivot” (moderatore) per riunire tutti i frammenti di contenuto in un’ unica conversazione.

Una ricerca etnografica simile è stata condotta con un team di antropologi di Motorola.

Lo scopo della ricerca è quello di comprendere e definire il confine tra le interazioni faccia-a-faccia e quelle remote per implementare nuove funzionalità sui dispositivi mobili in grado di migliorare la gestione delle relazioni sociali.

Si sono studiati diversi gruppi – con diverse composizioni demografiche e geografiche – con metodi che vanno dalle interviste semi-strutturate alle osservazioni, dai diari foto e video alle registrazioni di conversazioni telefoniche. Applicando la “grounded theory affinity analysis” (qui una descrizione della teoria (pdf)) si è evidenziata la necessità di passare da una progettazione basata sul mittente a quella basata sul destinatario, da una incentrata sui meccanismi a una centrata sul messaggio e da una finalizzata all’invio di “fatti” a una costruita intorno alla condivisione di “storie”.