L’anti-effetto network dei progetti italiani blockchain
Diversi progetti blockchain lanciati da istituzioni pubbliche, associazioni varie, camere di commercio mi lasciano perplesso per diverse ragioni: dalla progettazione non solo tecnica dell’iniziativa, ai reali scopi che non siano quelli solitamente declamati (“difesa del Made in Italy”), al debole effetto network che sembrano attivare, alla comunicazione, in generale al corto respiro che sembrano avere. Decine e centinaia (forse migliaia contando progetti privati di aziende e business network) di iniziative scollegate tra loro possono risultare utili ed efficienti?
Nello specifico, questa piattaforma di “notarizzazione” basata su Bitcoin non ha un white paper ma solo indicazioni di massima su quello che fa, senza descrizioni tecniche approfondite (solo API). Es. Dove vengono memorizzate informazioni, documenti, foto richiesti alle aziende? Non certo sulla blockchain Bitcoin.
Fonte: L’Abc dell’Abruzzo e la blockchain delle Pmi locali (Il Sole 24 Ore)
I Personal Token
Sorta di criptovaluta personale spendibile nel mondo del lavoro, agganciata per esempio a un’ora/lavoro. Più sei bravo nella tua professione, più i tuoi token aumentano di valore. Un committente dovrà acquistarli (e quindi acquistare le tue ore) a prezzi più alti
E’ questo il futuro del salario e della retribuzione?
Fonte: NFTs Have Made Blockchain Consumer-Facing — Here’s What Comes Next (IPG medialab – Medium)
Follow the money. Or the NFTs.
“Gli NFT […] e le cripto-comunità non sono solo i prodotti delle nuove tecnologie che si scatenano o le vecchie dinamiche finanziarie mascherate con abiti nuovi; sono i sintomi morbosi di un interregno durante il quale il ruolo e l’identità del denaro nella nostra vita e nella nostra politica stanno cambiando.”
Fonte: There’s Nothing to Do Except Gamble. Welcome to the non-fungible, memeified, cryptodenominated, degenerate future of finance (nymag.com)
La memoria personale succube dei social media
Uno studio (su un piccolo campione) sembra far emergere l’idea che le memorie personali stiano diventando sensibili ai giudizi espressi dalle altre persone sui social. Un avvenimento viene ricordato bene/male o bello/brutto anche in relazione alla “validazione” che ha ricevuto online.
In sintesi, una gita su un’isola del Mediterraneo potrebbe essere rovinata nel ricordo perché i post non hanno ricevuto molti like.
Fonte: Social media ‘likes’ change the way we feel about our memories (theconversation.com)