Si può capire se qualcuno ci sta mentendo in un’email (ma direi anche in una chat o altro sistema di comunicazione testuale)?
Si può, si può…almeno per il Wall Street Journal.
Pur non avendo a disposizione la ricchezza di segnali che arrivano da una conversazione faccia a faccia qualche indizio di bugie può essere scovato nelle parole, nelle frasi, nella terminologia usate per scrivere l’email.
Eccone alcuni:
- chi scrive omette i pronomi personali (“Ehi, abbiamo passato una bellissima serata ieri, vero?” -> “Bella serata, sì.”)
- non risponde a una domanda e cambia argomento (“La mia amica è simpaticissima, non trovi?” -> “E poi abbiamo bevuto un ottimo vino.”)
- diventa evasivo (“forse dovremmo rinviare il viaggio”, “probabilmente è una buona idea”)
- scrive in modo diverso dal solito (“conseguentemente ho espletato i miei steps nella maniera più celere possibile.”)
- abbonda in dettagli (“non ho potuto risponderti perché a causa della rottura del tubo di derivazione secondaria dell’autoclave ho avuto un allagamento in casa che mi ha danneggiato la centralina elettrica principale bruciando gli interruttori magnetotermici”)
Naturalmente non è un metodo esatto e non basta solo uno di questi segnali per dire di avere di fronte un mittente bugiardo: ma se sono tutti presenti in un’unica conversazione qualche domanda poniamocela…