Le Intelligenze Artificiali ci scrutano
Come essere ragionevolmente sicuri che le Intelligenze Artificiali facciano quello che desideriamo? In primo luogo, dobbiamo essere noi a capire cosa vogliamo. Quindi le macchine, “osservandoci”, devono dedurre quali siano le nostre preferenze.
Per l’informatico Stuart Russell i “tre principi delle macchine benevoli” dovrebbero essere:
- L’unico obiettivo della macchina è massimizzare la realizzazione delle preferenze umane.
- Inizialmente la macchina non è sicura di quali siano queste preferenze.
- L’ultima fonte di informazioni sulle preferenze umane è il comportamento umano.
Ma le preferenze umane possono essere irrazionali e cambiare nel tempo. Le AI dovrebbero porsi obbiettivi a breve, medio e lungo termine, esplorando le contraddittorie e volubili intenzioni umane. Inoltre potrebbero apprendere ciò che Russell chiama le nostre meta-preferenze: “le preferenze su quali tipi di processi di modifica delle preferenze potrebbero essere accettabili o inaccettabili”.
Fonte: quanta magazine
I giapponesi amano i robot
Noi della generazione X lo avevamo capito guardando Goldrake, Mazinga, Daitarn III ecc.
Lo scintoismo insegna che una frazione di anima è presente in tutte le cose, animali, vegetali e oggetti. Questo predispone i giapponesi a rapportarsi con maggiore empatia con robot e Intelligenze Artificiali.
Inoltre dopo la seconda guerra mondiale, a partire dagli anni ’60, sono stati i robot industriali a favorire la rinascita economica del paese del Sol Levante; da qui, dalle ricerche sui robot antropomorfi e dai manga (a partire da Astro Boy), si sviluppato una visione ottimistica del rapporto uomo-macchina.
Noi occidentali siamo stati condizionati da Hal 9000, Terminator e Matrix…
Fonte: bbc.com
Per Luciano Floridi
“I successi dell’AI si basano sul divorzio tra la capacità di risolvere un problema e la necessità di essere intelligenti nel farlo.”
Fonte: D- la Repubblica